Sei anni dopo, il pavimento all’interno di una sala conferenze presso l’Incubatore AI2 a Seattle mostra ancora i segni della dedizione di Gaurav Oberoi nel risolvere i problemi dei clienti.
Qui il CEO di Lexion ha camminato in cerchio durante una chiamata dopo l’altra, raccogliendo gli input di cui lui e i suoi colleghi avevano bisogno per costruire una startup tecnologica che utilizza l’intelligenza artificiale per esaminare e estrarre informazioni da documenti legali complessi.
L’annuncio di questa settimana di Lexion, che sarà acquisita da Docusign in una transazione da 165 milioni di dollari, segna un’uscita di successo per la startup di Seattle fondata da Oberoi nel 2018.
Questa è la terza azienda lanciata da Oberoi che è stata successivamente acquisita, un record che pochi nell’ecosistema startup di Seattle hanno raggiunto, posizionando il laureato in informatica dell’Università Rice tra i costruttori di aziende più rispettati della regione.
Oberoi potrebbe non essere un nome familiare come Rich Barton di Zillow o Jeff Bezos di Amazon, ma è un imprenditore che attira l’attenzione dei capitalisti di rischio che lodano la sua capacità di analizzare un’idea imprenditoriale e determinarne la validità.
Colleghi e investitori dicono che il 44enne possiede una rara combinazione di talento tecnico, giudizio d’impresa e intelligenza emotiva.
La sua voglia di costruire qualcosa di valore per il cliente risale alla giovinezza di Oberoi, quando creava videogiochi e li distribuiva ai compagni di classe su floppy disk.
Oberoi aveva venduto in precedenza l’app per la divisione delle spese BillMonk a Obopay e la startup di sondaggi automatizzati Precision Polling a SurveyMonkey.
Dopo oltre cinque anni presso SurveyMonkey, aiutandola a crescere da 50 a 700 dipendenti, Oberoi si unì a Pioneer Square Labs.
Successivamente si unì all’Incubatore AI2 come primo imprenditore residente.
Collaborò con Emad Elwany, un ex leader dell’ingegneria di Microsoft, e James Baird, un esperto ingegnere, per fondare Lexion e condusse approfondite ricerche di mercato.
Oberoi fece centinaia di chiamate a avvocati, paralegali, manager contrattuali e altri portatori d’interesse.
Scoprì che le aziende avevano difficoltà a tracciare i contratti e che non esisteva un modo semplice per cercare risposte in quei documenti.
L’azienda aveva anche un asso nella manica con potenti capacità di text-mining sviluppate presso l’AI2.
Uno dei primi test fu per lo studio legale Wilson Sonsini Goodrich & Rosati, che divenne non solo cliente ma anche investitore di Lexion.
Il prodotto iniziale di Lexion era un repository intelligente per contratti, che successivamente si espanse a prodotti per il processo di creazione contratti.
Lexion ha evitato di effettuare licenziamenti in contrasto con molte sue controparti durante il boom del venture capital.
Docusign ha annunciato di integrare la tecnologia di Lexion nella sua piattaforma Intelligent Agreement Management, mentre Oberoi, Baird e Elwany si uniranno a Docusign in ruoli senior di prodotto e ingegneria.
Lexion è un finalista per il “Workplace of the Year” e Oberoi è anche un finalista per il “CEO of the Year” agli Awards di questa settimana di WebRaider a Seattle.
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