Vilya, una startup biotech nata dalla tecnologia sviluppata presso l’Istituto di Design delle Proteine di Seattle, ha annunciato un ampliamento del round di finanziamento Series A, raggiungendo i 71 milioni di dollari.
La giovane azienda, attiva da due anni e con sedi a Seattle e nella Bay Area, utilizza tecniche avanzate di machine learning e intelligenza artificiale per sviluppare i cosiddetti farmaci macrociclici, una promettente nuova categoria di medicinali.
Tra i sostenitori di Vilya figurano l’investitore biotech ARCH Venture Partners, nonché il ramo di capitale di rischio di NVIDIA, NVentures.
Altri investitori di rilievo includono Madrona di Seattle e il colosso della Silicon Valley Menlo Ventures.
“Lo stato attuale dell’arte nella scoperta di farmaci macrociclici è lento e si basa su tecniche di screening tradizionali con limitata diversità chimica,” ha scritto Madrona in un post sul blog giovedì a proposito del suo investimento.
“Vilya sta rivoluzionando lo status quo, sfruttando strumenti di ingegneria proteica di alto livello per decodificare la progettazione intelligente di queste molecole complesse ma potenti.”
Vilya è una delle diverse spin-off nate dall’Istituto di Design delle Proteine, guidato dal pioniere del design proteico David Baker.
All’inizio di quest’anno, l’IPD ha pubblicato uno studio su Science riguardante la progettazione di peptidi specializzati, proteine ultra-piccole che formano la base scientifica per Vilya.
La progettazione di proteine tramite AI è in rapida evoluzione e sta generando nuovi terapeutici, vaccini, biosensori, materiali e altro ancora.
Molti dei progressi nel campo sono guidati dalle ricerche dell’IPD.
L’anno scorso, Vilya ha assunto Cyrus Harmon come CEO, un veterano della biotecnologia che in precedenza aveva co-fondato e guidato Olema Oncology.
“La nostra piattaforma è costruita su ricerche innovative in approcci computazionali avanzati e sfrutta spazi chimici inesplorati all’interno dei peptidi ciclici per progettare nuove strutture molecolari non presenti in natura”, dichiara l’azienda sul suo profilo LinkedIn.
“Il nostro obiettivo è sfruttare audacemente il computing all’avanguardia per cambiare il modo in cui progettiamo nuovi medicinali e, infine, curare le malattie.”
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